La nascita di “Mediolanum”, l’odierna Milano, fondata dagli Insubri, portò come immediata conseguenza lo sviluppo delle aree circostanti, soprattutto laddove i corsi d’acqua potevano diventare agevoli vie di comunicazione.
Probabilmente già in quell’epoca, ad est del fiume Lambro, iniziarono a sorgere le prime casupole e ad insediarsi i primi abitanti che, allettati dalle acque tranquille e limpide del fiume Lampròs (Lucente), seppero adattarsi all’aridità del suolo incolto della brughiera.

A questo aspetto del territorio in cui sorse e al “brugo”, piccolo arbusto cespuglioso della famiglia delle ericacee, che vi cresceva sovrano incontrastato, deve dunque il suo nome Brugherio.Tracce del dominio romano restano ancora oggi in tutta la zona intorno alla città, ma la testimonianza antica più interessante riguardo alla sua storia, si deve ad un martirologio ambrosiano che nei suoi scritti precisò il luogo in cui Santa Marcellina, sorella di Sant’Ambrogio, era solita ritirarsi:

    “…. dicitur consedisse in vetere coenobio Virginum prope Brugherium”
(“…. si dice che abbia preso dimora in un vecchio cenobio di vergini vicino a Brugherio”).

Tale cenobio, che si trovava sulla strada che da Brugherio porta a Carugate, con il tempo venne trasformato in vero e proprio convento e in seguito adattato ad abitazione colonica. Attualmente la tenuta prende il nome di Cascina Sant’Ambrogio, in ricordo dell’antico proprietario.

Nell’XI secolo intorno a Brugherio sorsero altri conventi fra loro collegati, che richiamarono numerosi pellegrini in quelle zone e limitarono l’isolamento delle frazioni sparse nelle campagne.
La città non fu estranea né alle lotte comunali né ai violenti contrasti fra le opposte fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, e purtroppo neppure alla tremenda pestilenza di cui scrisse il Manzoni.

In quel periodo, per quanto Brugherio fosse già un comune distinto e autonomo da quello di Monza, aveva soltanto una vice-curatia così illustrata nel memoriale dell’allora arciprete Luzi:

    “Il luogo chiamato Brughé dove è una chiesa di San Bartolomeo, membro di Monza, con le cassine attigue che sono in tutto quaranta fuochi (case masserizie) si potrà erigere una parrocchia per essere distante due miglia (da Monza)…”.

Nel 1578 San Carlo Borromeo, nelle vesti di visitatore apostolico, procedette alla solenne consacrazione della Chiesa di San Bartolomeo, determinandone i confini enumerando le cascine sulla quale si estendeva la giurisdizione religiosa.

Le campagne lombarde, che durante la dominazione spagnola si erano impoverite, rifiorirono nel XVIII secolo grazie al più oculato governo austriaco che potenziò, insieme ai commerci e all’industria allora agli albori, anche l’agricoltura. I funzionari asburgici si interessarono direttamente a Brugherio quando proposero di ricomporre il suo territorio, diviso in zone amministrative dipendenti dai comuni limitrofi, volendo fare “di molti comuni un comune.”

La proposta trovò tuttavia l’opposizione dei feudatari decisi a non rinunciare a territori ed abitanti da cui pretendere il pagamento delle tasse.

Solo molto più tardi venne accettata la domanda di unificare sotto il nome di “Brugherio” la circoscrizione territoriale che già coincideva con quella parrocchiale.

Il 9 dicembre 1866, con Regio Decreto n. 3395 firmato da Vittorio Emanuele II, il Comune di Brugherio veniva istituito nel "Circonario di Monza".

Il 1 gennaio 1867 il nuovo Comune di Brugherio cominciava la sua attività. La popolazione del Comune, che all’atto della costituzione era di 3.686 abitanti, è andata via via aumentando, dapprima per l’incremento naturale dovuto alle nascite, e in seguito per l’immigrazione.

Il 27 gennaio 1967 Brugherio acquisisce il titolo di Città.

 

città

Le Reliquie dei Re Magi

Nel XVII secolo la parrocchia di San Bartolomeo visse un momento di particolare notorietà grazie alle reliquie dei tre Re Magi, oggi conservate in un prezioso reliquiario d’argento del ’700.
Accanto alla tradizione sopra citata, secondo la quale San Carlo dedicò la chiesa ai tre Re Magi quando istituì la parrocchia di Brugherio, esiste pure un’altra versione dell’avvenimento.

La storia narra infatti che i corpi dei Santi Magi, che secondo la tradizione furono martiri della fede in Persia, per interessamento di Santa Elena, madre di Costantino Magno, erano stati trasportati a Costantinopoli.
All’inizio del IV secolo, il Vescovo di Milano Sant’Eustorgio, che in qualità di legato della sua Chiesa si trovava per l’appunto a Costantinopoli, ebbe in dono dall’imperatore Costantino quelle sante reliquie.

Portatele con sé a Milano, le pose nel tempio da lui fatto edificare che chiamò “Basilica dei Santi Magi”, e che dopo la sua morte fu rinominata “Basilica di Sant’Eustorgio”.
Tempo dopo, Ambrogio vescovo di Milano regalò tre dei preziosi ossicini (per l’esattezza, falangi delle dita) alla sorella Marcellina.

Nel 1163 Federico Barbarossa rase al suolo Milano e, tolti i corpi dall’enorme sepolcro marmoreo in cui erano conservati, li regalò a Rainoldo arcivescovo di Colonia, città nella quale furono trasferiti il 23 luglio 1164, e dove tuttora sono conservati in una bellissima urna al centro del presbiterio.
Per fortuna, i rimanenti tre ossicini rimasero intatti a Brugherio nel monastero di Sant'Ambrogio, anche se pressoché dimenticati fino al 1613.

In quell’anno il cardinale Federico Borromeo dispose che i resti venissero solennemente trasportati dal monastero di Sant'Ambrogio in una sede più consona, la parrocchiale.

Ancora oggi, una delle più antiche vie della città, via Tre Re, sta a testimoniare tale storico trasferimento.

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